venerdì 20 gennaio 2012

SULLA RIVA DEL FIUME


Mercoledì 21 settembre 2011

Interessante conversazione con un caro amico, quella di ieri sera, tra i ricordi dei tempi che furono e i racconti dei tempi che saranno.. tempi di cambiamenti, saving, tagli, austerity.. insomma ennesima revolution.
Per la serie, nulla cambia affinché tutto cambi.

Fantastico..

Arriva lo tsunami che ti cambia il day-by-day, nuove persone, nuove abitudini, nuova routine..
Non capisce, chiede, invoca la necessità di una scelta, o quanto meno di una condivisione, invece no.
“Taci, capo chino, mani sulla tastiera e avanti così che non ti è dato sapere, tanto non sei pagato per pensare, ma solo per imbruttirti lì al tuo posto, che sei al caldo e a tempo indeterminato.

“Ma scusate, io vorrei crescere, datemi più responsabilità, mettetemi alla prova, poi magari non ce la faccio e allora ALMENO lo sappiamo tutti.”

Niente.
Zitto e continua la presentazione in power point.

D’altronde, siamo in Italia, qui funzioni se:
1. Hai le parentele giuste;
2. La dai.
Ecco perché è un po’ di tempo che mi affascina il personaggio di Caronte.. affascinante traghettatore di anime perse e solitarie, accompagnatore di dannati da una riva all’altra dell’Acheronte.
Mi piace perché mi ricorda la scena alla quale attendo di assistere: seduto sulla riva del fiume, vedo i cadaveri passare e con il mio bastone appuntito, li spingo a fondo.
Perché come dicono i 3 doors down “I’ll be here when only the silence remains”.

“Ed ecco verso noi venir per nave 
un vecchio, bianco per antico pelo, 
gridando: ’Guai a voi anime prave! 

Non isperate mai veder lo cielo; 
i’ vegno per menarvi all’altra riva
ne le tenebre eterne, in caldo e ‘n gelo. 

E tu che se’ costì, anima viva, 
pártiti da cotesti che son morti’.” 

(Inferno, Canto III, vv.82-89) 




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