Sono a lezione, al Master, argomento del giorno è la total
quality, il miglioramento continuo, eliminazione delle muda, la scuola
giapponese, insomma… paroloni.
Sono quelle lezioni che ti affascinano perché c’è un sacco
di teoria che assimili, provi a fare tua, poi ci ripensi e capisci che in questo
paese, in questa fase, con queste coscienze, mai si trasformerà in pratica.
Il professore è un super consulente, uno che ha preso di
petto la vita e le opportunità che gli si paravano davanti, le ha cavalcate e
oggi può dire di non avere rimpianti. Un guru, nel suo campo. Uno dei pochi che
ascolti in silenzio perché capisci che è la passione che parla.
Arriviamo in zona pausa pranzo, tutti in mensa, la coda del
sabato è sicuramente meno fastidiosa del venerdì, anche se sappiamo che questo
significa cuochi a mezzo regime e cibo di qualità infima.
Scelgo di farmi il meno male possibile con una pasta veloce,
pago e cerco un posto.
Vedo il professore che prende posto in un tavolone e mi
piazzo di fronte.
Mi chiede 1 euro perché alla cassa non riescono a dargli il
resto, e mi promette la restituzione in classe. Beh, immagino che possa
sopravvivere alla recessione anche senza quell’euro, penso.
Finiamo di mangiare e torna sulla promessa dicendomi: “non
ho un euro, ma siccome viaggio molto, mi è rimasto un dollaro. Se vuole le do
questo, chissà che non le porti la fortuna che ha portato a me”.
Ecco, a me questa cosa non la dovevi dire.
In una fase di cambiamenti, sapevo che avrei caricato di
aspettative quel dollaro. Un po’ come talismano o amuleto, un po’ cemento della
sicurezza in se stessi, ciò che ti permette di agire e pensare come se avessi
un superpotere. La fine dei timori, la resa dei conti con le proprie
aspirazioni.
Da oggi quel dollaro ha lo stesso significato del mio
tatuaggio: No fear, free your mind, live
your destiny.
Grazie prof.
:D