Ricorderò per sempre i miei 30 anni per una doppia, incredibile vittoria.
Due arabe fenici.
La prima si chiama Aurora Pro Patria (et Liberate 1919).
Nonostante 11 punti di penalità, frutto di una gestione invereconda dei passati proprietari ai quali auguro una vita lunghissima e di dolore e sofferenza, il gruppo si compatta, esprime un gioco determinato, grintoso, volitivo e a tratti spettacolare. Da tigrotti veri, escono sempre con le maglie sudate.
Finisce il campionato a 71 punti veri, 4 più dell'inseguitrice, frutto di 19 vittorie, 14 pareggi, 5 sconfitte.
Record di partite utili consecutive.
Siamo i più forti, ma rimaniamo in Lega Pro 2, grazie ai quei maledetti 11 punti di penalità, che ci lasciano fuori dai play-off per un punto.
Ma l'anno prossimo saremo ancora lì a spingere per un gol, per i tre punti, per la vittoria.
La seconda si chiama Juventus.
E qui ci sarebbero pagine e pagine da scrivere.
A partire dal 2006, quando la giustizia (?) sportiva ci condanna alla retrocessione in B (con 17 punti di penalità), togliendoci 2 scudetti, vinti sul campo, partita dopo partita.
Da allora, sono passati 6 anni, abbiamo conosciuto giocatori diversi, allenatori più o meno vincenti. Siamo stati derisi, insultati, accusati. Ma niente ha scalfito la passione, lo stile, l'immagine. Abbiamo accettato di pagare per colpe ancora presunte e sicuramente non nostre, risalendo giorno dopo giorno, fino al gradino più alto d'Italia.
E oggi festeggiamo il 30 scudetto, insieme a tutti quelli che ci hanno riportato lassù dove questa società è nata per essere.
Le parole migliori sono sempre quelle del Capitano a cui dedichiamo lo scudetto:
NOI
C'ERAVAMO
Quando
vincevamo, sempre. Sul campo, più di tutti.
Quando
siamo caduti.
Quando
non sapevamo che fine avremmo fatto.
Quando
l'abbiamo saputo, e l'abbiamo accettato. Lottando per rialzarci.
Quando
siamo entrati in campo a Rimini.
Quando
gli altri festeggiavano.
Quando
noi stavamo a guardare.
Quando
speravano che non saremmo mai tornati.
Quando
abbiamo cominciato a risalire.
Quando
non riuscivamo a ritrovare la strada.
Quando
l'abbiamo ritrovata: vincendo.
Questa
è la nostra festa, conquistata fino all'ultima goccia di sudore.
E'
la festa di tutti quelli che ci hanno sempre creduto.
E'
la festa di tutti voi tifosi juventini che al posto di abbandonarci avete fatto
sentire ancora più forte la vostra voce.
E'
la festa di quelli che hanno esultato per un gol in serie B come per quello che
è valso lo scudetto.
E'
la festa, perché no, degli avversari (non tutti) che ci hanno sempre
rispettato.
E'
la festa di Balzaretti, Belardi, Bianco, Birindelli, Bojinov, Boumsong, Buffon,
Camoranesi, Chiellini, De Ceglie, Giannichedda, Giovinco, Guzman, Kovac,
Lanzafame, Legrottaglie, Marchionni, Marchisio, Mirante, Nedved, Palladino,
Paro, Piccolo, Trezeguet, Venitucci, Zalayeta, Zanetti, Zebina. All. Deschamps.
E
doveva finire così, non ho mai smesso di crederci.
Grazie
a tutti, ragazzi. Godiamocela, ce la siamo meritata.
Io
c'ero, voi c'eravate. Noi c'eravamo. E ci siamo, finalmente. Siamo tornati.
Grazie Alex