martedì 17 aprile 2012

L'EMBOLO


Niente meglio di Brando può raccontare la mia giornata di ieri.
E’ incredibile come a volte, non serva nemmeno sforzarsi di pensare a come dire, scrivere, fare una determinata cosa.
Basta guardarsi in giro e trovi qualcuno che l’ha già fatto per te.

Btw, questa storiella è devastante nella sua perfezione.
Sembra impossibile, ma succede davvero così ed è un processo che non si può fermare. Non si può dire, “Alt, stiamo dicendo una serie di cazzate infinite!”. Quando parte l’embolo, il risultato possibile è uno solo. La morte celebrale.

:D

martedì 3 aprile 2012

IL VIRUS

In questi giorni mi capita davvero spesso di imbattermi in lavori interessanti e scoprirmi sorpreso dalla genialità della mente umana.

Questo è l’ultimo esempio in cui mi sono recentemente imbattuto.

Questi esempi sono costruiti con messaggi davvero semplici, quasi banali, comunicazioni rapide, non focalizzate sul compra questo, anzi no quello perché il mio bianco è più bianco.
Lo stile non è push, ma pull.
Mi trovo così ad essere sempre più affascinato dal mondo VIRALE, quella tecnica di marketing grazie alla quale è possibile diffondere un messaggio semplicemente affidandosi alla sua forza creativa capace di divertire, incuriosire, sorprendere.
Funziona così, ai giorni d’oggi: io consum-attore vedo qualcosa che mi piace, cioè che mi diverte e mi sorprende, capace di scaturire una reazione intestina positiva rispetto al piattume della normalità. E allora cresce dentro di me un bisogno, la necessità di condividerlo, diffonderlo, circolarlo, rendere partecipi tutti coloro che sguazzano con me nel liquame della normalità.
Ecco che il consumatore si trasforma in ambasciatore. Non ripudia il mio messaggio, in quanto violento tentativo di vendergli qualcosa che non gli serve e non vuole. Semplicemente è arricchito da un’esperienza sensoriale diversa dal solito “Comprami, in fondo sai anche tu che non puoi vivere senza di me”.
E allora non serve continuare a dire a tutti che il mio prodotto è il numero uno. Ci penserà lui.

Come faccio io per Heineken, nonostante il mio essere astemio.

Bravi!


lunedì 2 aprile 2012

LA PRIMA MELA

Oggi mi sono imbattuto nel primo Spot di Apple.
E' datato 1984.
A vederlo oggi sembra la scena di un film in cui è in atto un collettivo lavaggio del cervello, una riprogrammazione dei neuroni di alcune povere cavie umane.

Invece, era l'alba del futuro.

http://www.youtube.com/watch?v=HhsWzJo2sN4

mercoledì 28 marzo 2012

giovedì 23 febbraio 2012

ONE DOLLAR, PLEASE

Sabato 11 febbraio mi capita una cosa che sebbene sembri e, forse, sia assolutamente banale, ho voluto caricare di significato.
Sono a lezione, al Master, argomento del giorno è la total quality, il miglioramento continuo, eliminazione delle muda, la scuola giapponese, insomma… paroloni.
Sono quelle lezioni che ti affascinano perché c’è un sacco di teoria che assimili, provi a fare tua, poi ci ripensi e capisci che in questo paese, in questa fase, con queste coscienze, mai si trasformerà in pratica.
Il professore è un super consulente, uno che ha preso di petto la vita e le opportunità che gli si paravano davanti, le ha cavalcate e oggi può dire di non avere rimpianti. Un guru, nel suo campo. Uno dei pochi che ascolti in silenzio perché capisci che è la passione che parla.
Arriviamo in zona pausa pranzo, tutti in mensa, la coda del sabato è sicuramente meno fastidiosa del venerdì, anche se sappiamo che questo significa cuochi a mezzo regime e cibo di qualità infima.
Scelgo di farmi il meno male possibile con una pasta veloce, pago e cerco un posto.
Vedo il professore che prende posto in un tavolone e mi piazzo di fronte.
Mi chiede 1 euro perché alla cassa non riescono a dargli il resto, e mi promette la restituzione in classe. Beh, immagino che possa sopravvivere alla recessione anche senza quell’euro, penso.
Finiamo di mangiare e torna sulla promessa dicendomi: “non ho un euro, ma siccome viaggio molto, mi è rimasto un dollaro. Se vuole le do questo, chissà che non le porti la fortuna che ha portato a me”.

Ecco, a me questa cosa non la dovevi dire.
In una fase di cambiamenti, sapevo che avrei caricato di aspettative quel dollaro. Un po’ come talismano o amuleto, un po’ cemento della sicurezza in se stessi, ciò che ti permette di agire e pensare come se avessi un superpotere. La fine dei timori, la resa dei conti con le proprie aspirazioni.
Da oggi quel dollaro ha lo stesso significato del mio tatuaggio: No fear, free your mind, live your destiny.

Grazie prof.
:D