martedì 3 aprile 2012

IL VIRUS

In questi giorni mi capita davvero spesso di imbattermi in lavori interessanti e scoprirmi sorpreso dalla genialità della mente umana.

Questo è l’ultimo esempio in cui mi sono recentemente imbattuto.

Questi esempi sono costruiti con messaggi davvero semplici, quasi banali, comunicazioni rapide, non focalizzate sul compra questo, anzi no quello perché il mio bianco è più bianco.
Lo stile non è push, ma pull.
Mi trovo così ad essere sempre più affascinato dal mondo VIRALE, quella tecnica di marketing grazie alla quale è possibile diffondere un messaggio semplicemente affidandosi alla sua forza creativa capace di divertire, incuriosire, sorprendere.
Funziona così, ai giorni d’oggi: io consum-attore vedo qualcosa che mi piace, cioè che mi diverte e mi sorprende, capace di scaturire una reazione intestina positiva rispetto al piattume della normalità. E allora cresce dentro di me un bisogno, la necessità di condividerlo, diffonderlo, circolarlo, rendere partecipi tutti coloro che sguazzano con me nel liquame della normalità.
Ecco che il consumatore si trasforma in ambasciatore. Non ripudia il mio messaggio, in quanto violento tentativo di vendergli qualcosa che non gli serve e non vuole. Semplicemente è arricchito da un’esperienza sensoriale diversa dal solito “Comprami, in fondo sai anche tu che non puoi vivere senza di me”.
E allora non serve continuare a dire a tutti che il mio prodotto è il numero uno. Ci penserà lui.

Come faccio io per Heineken, nonostante il mio essere astemio.

Bravi!


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